Commissione
europea Tassare i ricavi delle multinazionali del web
La Commissione
europea ha delineato tre strategie attraverso cui vuole aggredire
i ricavi che le multinazionali del web, a cominciare da Google,
Amazon e Facebook, mettono al riparo dalle tasse dei Paesi membri nei paradisi
fiscali. Bruxelles non intende più rinviare l’approvazione di una web tax, tanto
che è disposta a farla votare a maggioranza, e non all’unanimità, agli Stati
membri. Social network, siti di ecommerce, colossi della sharing economy
incassano fior di quattrini dal mercato europeo, tuttavia, argomentando di non
avere una stabile organizzazione nei 28 Paesi, aggirano l’obbligo di pagare le
tasse nello stesso stato in cui hanno maturato i guadagni e distraggono i soldi
nelle casseforti di Irlanda e Lussemburgo. In questo modo i giganti del
digitale pagano la metà delle tasse che corrispondono le aziende
tradizionali.
I tecnici della Commissione hanno tracciato tre ipotesi di intevento a breve termine. La
prima prevede una tassa di “pareggiamento” sui ricavi. Si applicherà su
tutti i guadagni finora non tassati o tassati in maniera insufficiente e sarà
riscossa come un’imposta separata o al posto di quella generale sui redditi. La
seconda strada consiste in una ritenuta sulle transazioni digitali.
Colpirebbe i pagamenti di beni e servizi offerti in rete da aziende che non
hanno sede in un determinato Paese della Ue. Infine, la terza ipotesi è
un tributo sui guadagni da servizi digitali e attività pubblicitarie.
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