Carne agli ormoni
Recentemente, durante i miei corsi di alimentazione, mi è
stato più volte richiesto di spiegare il braccio di ferro Washington-Unione
Europea per le carni agli ormoni e i risvolti nutrizionali che questo
tema tanto caldo può suscitare.
Si rischia solo una guerra commerciale o vi è un reale
rischio per la salute dei cittadini? Il Wall Street Journal ha alluso
alla possibilità che il presidente Donald Trump, sotto la spinta della lobby
degli allevatori, applichi dazi del 100% alle importazioni di circa 90
prodotti europei (alcuni anche italiani, come la Vespa della Piaggio e l’acqua
San Pellegrino).
La pietra dello scandalo è proprio il rifiuto
dell’Europa di aprire il mercato alle carni agli ormoni provenienti dal Nord
America. Contenzioso presentato anche al WTO ((World Trade Organization,
l’organizzazione mondiale del commercio) che risale al 1996 ma che sembrava
essersi risolto nel 2009 con un accordo che prevedeva l’importazione di “beef”
americano solo se non trattato, il che riduce non di poco la quota di
esportazioni e i relativi guadagni.
Ma, che cos’è la “carne agli ormoni”?
Dovete sapere che in America, 1/3 dei farmer utilizza
abitualmente questa tecnica per aumentare la produzione e velocizzare la
crescita dei bovini, negandone i rischi per la salute che l’Unione
europea ha sempre temuto applicando il “principio di precauzione“: negli
Stati Uniti, per vietare una sostanza bisogna provarne la pericolosità;
nell’Unione europea, invece, ogni sostanza è ammessa solo se si dimostra che non
mette a rischio la salute.
L’approccio prudente voluto dalle istituzioni europee, nasce
da ragioni sia igienico-sanitarie, ma anche politico-culturali come
la centralità della tutela del bene salute nelle costituzioni dei Paesi
membri e soprattutto i principi contenuti nel Trattato istitutivo dell’Unione
(equilibrio tra il libero mercato e gli altri interessi in gioco, quali
ambiente, tutela della salute e dei consumatori).
Dietro alla richiesta della Commissione europea di esaminare
nuovi dati sulle sostanze con attività ormonale che possono essere utilizzate
per stimolare la crescita della produzione di carni bovine, gli esperti
scientifici dell’EFSA hanno condotto una ricerca, qui pubblicata. Sono stati presi in esame gli
steroidi naturali, il testosterone e il progesterone, nonché gli acetati
sintetici di trenbolone acetato, che hanno dimostrato l’affinità ai recettori
degli androgeni, zeranol, che ha un’elevata affinità per i recettori degli
estrogeni e il melengestrolo acetato, che somiglia ai progestinici.
Dopo l’analisi dei dati presenti in letteratura scientifica
i ricercatori hanno concluso che: “attualmente, i dati epidemiologici
forniscono prove convincenti riguardo un’associazione tra la quantità di carne
rossa consumata e alcune forme di tumori dipendenti dall’ormone. Se i residui
di ormoni in carne contribuiscono o meno a questo rischio, è attualmente
sconosciuto”.
L’Italia è tra la maggioranza dei Paesi membri dell’Unione
più attenti alla tutela della qualità dei prodotti alimentari, non solo
riguardo la carne. Afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo: “L’agricoltura
italiana è diventata la più green d’Europa con il maggior numero di
certificazioni alimentari a livello comunitario, per prodotti a denominazione
di origine Dop/Igp che salvaguardano tradizione e biodiversità, la leadership
nel numero di imprese che coltivano biologico e la più vasta rete di aziende
agricole e mercati di vendita a chilometri zero che non devono percorrere
lunghe distanza con mezzi di trasporto inquinanti. Ma anche grazie alla minor
incidenza di prodotti agroalimentari con residui chimici fuori norma e con la
decisione di non coltivare organismi geneticamente modificati, come avviene
peraltro in 23 Paesi sui 28 dell’Unione Europea.”
Mi auguro, per la mia famiglia, per i miei pazienti e per
tutti i cittadini che la salvaguardia che l’UE e in primis l’Italia ha sempre
dimostrato – e che contraddistingue il Made in Italy – perduri, ponendo al
centro la cura nella salute dell’individuo. Ci tengo, ancora una
volta, a ricordare di scegliere alimenti di qualità, a filiera controllata,
come quelli garantiti dai marchi comunitari DOP e IGP. healthrevolution.it
La bufala
Ma negli USA la medicina è privata quindi i costi della
sanità non gravano sullo Stato.
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