Per la Pubblica amministrazione il 2018 è l’anno della
ripartenza per contratti e assunzioni. Anche perché ci sono 80 mila
pensionamenti a cui far fronte, seppure nei limiti del turnover. Vincoli che
però sono stati in larga parte superati nei Comuni e che saranno aboliti del
tutto dal prossimo anno. Dopo l’intesa del 23 dicembre, che dovrebbe portarel’aumento da 85 euro lordi nelle buste
paga di oltre 240mila statali entro marzo, ripartono le trattative per arrivare
ad accordi analoghi in sanità, regioni, enti locali, forze dell’ordine, scuola.
Il costo totale dei rinnovi supera i 5 miliardi all’anno, e nel caso degli enti
territoriali è finanziato dai singoli bilanci delle amministrazioni.Con l’effetto combinato di riforma Madia e manovra, poi, si aprono le porte a
oltre 70mila stabilizzazioni di personale precario. Tanto per cominciare, da
inizio mese è partito ufficialmente il piano triennale per la stabilizzazione
di circa 50 mila precari storici. I dodici mesi che verranno potrebbero inoltre
rappresentare l'ultima chance per 157 mila idonei in concorsi pubblici, visto
che la manovra ha prorogato le graduatorie. Di sicuro devono entrare 4 mila
vincitori. La manovra ha stanziato risorse ad hoc per la scuola e la ricerca.
Cambieranno però le regole. Sono attese le linee guida della ministra Madia
sulle novità per i concorsi dopo la riforma P.a: si va verso selezioni mirate e
meno frammentarie. Già la riforma del pubblico impiego indica la strada da
seguire, mettedo l’accento sull’inglese e sui titoli di studio (con l’opportunità
di far valere il dottorato di ricerca). E ancora, viene posto un tetto al
numero di idonei, che non potranno superare il 20% dei posti in palio. Tutti i
dettagli saranno presentati in un regolamento che dovrebbe approdare in una
delle prossime Conferenze unificate (la prima seduta utile è quella dell'11
gennaio). il sole24ore 1.1.2018
LA bufala
sicuramente in tal modo avremo una pubblica amministrazione giovane, efficiente, motivata responsabile verso l'utente
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