martedì 10 aprile 2018

Spread e nuovo governo?

Che fine ha fatto lo spread? Chi si aspettava un post elezioni con fuochi d’artificio sui mercati è rimasto deluso. Invece di salire, il temibile indicatore che provocò ben noti mal di pancia agli italiani in passato sembra essersi preso un periodo di ferie, o perlomeno ha perso la grinta di un tempo. Dal 5 marzo, giorno dopo le elezioni, ad oggi 6 aprile, è addirittura sceso passando da quota 144 a quota 128, un benevolo ammorbidimento della differenza tra i tassi dei nostri Btp e quelli dei solidi Bund dell’11 per cento.

Le spiegazioni che danno gli operatori sono molteplici: alcuni attribuiscono il freno al timore di interventi anti speculativi del tandem Bankitalia-Bce; altri dicono che c’è tanta liquidità in giro e che dall’estero oggi in Italia ci sono buone opportunità di investimento nelle aziende e che dello spread i private bankers non se ne curano; alcuni broker particolarmente politicizzati e radicali teorizzano che il sistema Italia è talmente ingessato che l’esito delle forze anti-sistema alle recenti elezioni non può far altro che portare una ventata di novità e che dunque non si metteranno mai “short” sul Belpaese per disturbare il manovratore.larepubblica 6.4.2018

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