Contratto m5s pd | Possibile un governo 5 stelle con il
Partito democratico
i dieci punti proposti dai 5 stelle per un accordo di
governo ammiccano politicamente al Pd.
Reddito di cittadinanza e legge Fornero sono spariti
dal contratto del M5s
Il reddito di cittadinanza, così come presentato in
campagna elettorale, sparisce nel nome ed è mitigato nei fatti. Dopo un
bagno di realismo sull'altare della real politik, il reddito di
cittadinanza è diventato un più sfumato "sussidio".
L'esecutivo di Matteo Renzi ha introdotto il reddito di
inclusione, il rei, e ora il generico “potenziamento dei sistemi attuali
di sostegno al reddito” potrebbe trovare una convergenza fino a pochi mesi fa
ostracizzata anche dalla fantapolitica di palazzo.
Resta da trovare un punto di accordo: il Rei costa 2
miliardi l'anno e si rivolge alle persone in condizioni di povertà
"assoluta", il Reddito di cittadinanza costa 15 miliardi l'anno è
invece proposto per chi è in povertà "relativa.
Sulla riforma fiscale il Pd sente di più il
vincolo europeo ma, come i pentastellati, ambisce a un superamento del Fiscal
compact.
Più welfare state (scuola, sanità, assistenza ai non
autosufficienti, contrasto alla povertà) e più investimenti pubblici sono centrali
nei due programmi.
Meno tasse ma non per tutti
Pd privilegia il taglio del cuneo fiscale mentre i 5 Stelle
quello delle aliquote Irpef - e sulle famiglie con figli. Renzi
proponeva un bonus di 240 euro al mese per i figli a carico fino a 18
anni, Di Maio un’indennità di maternità di 150 euro al mese per i primi 3 anni
dopo la nascita.
In comune il no alla flat tax che "non
garantirebbe la progressività del prelievo"
Pensioni, intesa possibile sulla quota 100
Se il Pd è contrario allo smantellamento delle riforme i 5
stelle hanno rinunciato all'abolizione della legge Fornero. Intesa
possibile sull’accesso alla pensione con "quota 100" ottenuta
dalla somma di età anagrafica e di anni di contribuzione. Il Pd vorrebbe
aumentare gli strumenti di flessibilità come gli anticipi
pensionistici.
Più soldi per la sanità, la scuola e la non autosufficienza.
Previste infine decine di migliaia di assunzioni nel pubblico impiego. Sono
misure analoghe ai programmi di Pd e 5 stelle.
Il Jobs act è il fattore più divisivo tra Pd e M5s e
sul lavoro si consumano alcune distanze siderali. Se il partito di Matteo Renzi
propone di tagliare il costo del lavoro per rendere le assunzioni a tempo
indeterminato convenienti rispetto a quelle a termine, il movimento di Luigi Di
Maio punta invece ad abrogare la liberalizzazione dei contratti a termine
ripristinando l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.
http://www.today.it/politica 26.4.2018
LA bufala
lo si diceva anche nel 2018. Tutti sanno come è andata a finire realmente.
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