sabato 14 dicembre 2019

Racconti da Zanzibar. Masai sciupa femmine


Masai sciupa femmine


Un po' di anni fa il primato del bagnino sciupa femmine spettava al bagnino romagnolo ora il primato spetta al masai di Zanzibar. Sembra che il turismo sessuale delle donne che vogliono entrare nelle grazie dei masai, considerati grandi amatori, sia molto fiorente.
Le donne europee, italiane in particolare, fanno a gara a trovare un amante zanzibarino ma deve essere un masai.
Vi sono turiste che giungono fino a questa sperduta isola per ricercare l’amore di giovani masai. Questi ricambiano con affetto gli sguardi loro rivolti perché, come dicono i maligni, sono molto affascinati dal valore della moneta europea che non compete con il loro svalutatissimo scellino zanzibarino. Nella maggior parte dei casi non si tratta di giovanissime ma di signore tra i 45 e i 65 anni di età, in vena di trasgressione, oppure alla ricerca dell’amore che non hanno trovato nel loro paese. Tante – troppe, oserei dire – si convincono che nel loro caso non si tratta di prostituzione.
“Lui si è innamorato di me, mi tratta come una regina, mi chiama mi amor”, mi ha raccontato Elena sospirando sull’aereo che la riportava a casa. “Tornerò e ci sposeremo”. E poco importa se a mi amor arriveranno richieste di soldi, vestiti e oggetti che a Zanzibar non si trovano. “A Zanzibar i ragazzi non hanno denaro e io cerco solo un po’ di sesso facile senza pensieri, senza complicazioni. Li pago e loro mi danno quello che voglio”, racconta. Per la maggior parte delle turiste si tratta di regali, di aiuti, perché “quei ragazzi sono così poveri”.
Ci sono anche tante storie che riguardano giovani donne.  Quella di Maria è una di queste. Lei è una giovane donna venuta a Zanzibar per una vacanza. Non ha impegni particolari non ha problemi di denaro pertanto si è trattenuta nell’isola per un po' di tempo.
Qui ha conosciuto Said un giovane masai dai modi cortesi portamento fiero e maestoso.
Lui indossa sempre l’abito tradizionale, lo Shuka. Il drappo dai colori sgargianti, con una netta predominanza del colore rosso, avvolge la sua esile e snella corporatura. Indossa cavigliere e polsiere e una collana di conchiglie multicolori.
Fa il custode nel villaggio dove Maria ha deciso di passare le sue vacanze. I due si vedono durante lo spettacolino serale dove Said partecipa cantando le canzoni tradizionali che parlano di Africa di caccia al leone poi si frequentano anche nel pomeriggio nei tempi liberi del ragazzo e poi scoppia un amore furibondo.
Maria si fa convincere di passare una serata nel villaggio d Said nel cuore della foresta.
Non ha paura del verso dell’animale simile ad una risata che risuona tutta la notte.
Ma vive nella capanna umile e disagiata una intensa storia d’amore.
La permanenza nella foresta dura per tre mesi e Maria è sempre più felice.
Decisa che Said è il suo vero e grande amore inizia le pratiche per farlo espatriare in Italia.
La cosa non è stata semplice perché il governo locale si interessa al fatto che i suoi cittadini non siano sfruttati all’estero e quindi è necessario inviare dei bonifici che confermino la solidità economica del richiedente la immigrazione del zanzibarino.  Alla fine ci riesce e Said può finalmente partire per l’Italia appena in tempo per vedere la nascita di sua figlia Samira.
Una bellissima mulatta dai capelli ricci e gli occhi vispi.
Questa è un a storia a lieto fine perché Maria torna a Zanzibar appena può per fare incontrare Said con sua madre e con sua sorella; così la nostalgia del sole, del mare e della tribù non ha il sopravvento e Said può continuare a vivere in Italia e mantenere ancora il suo stretto legame con l’Africa.



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