domenica 12 gennaio 2020

COPASIR aziende cinesi nelle attività di installazione delle infrastrutture delle reti 5G


Secondo il Copasir «non possono che considerarsi in gran parte fondate le preoccupazioni circa l’ingresso delle aziende cinesi nelle attività di installazione, configurazione e mantenimento delle infrastrutture delle reti 5G», come Huawei e Zte. L’organo di controllo parlamentare sull’attività dei servizi di sicurezza lo scrive nella relazione «sulle politiche e gli strumenti per la protezione cibernetica e la sicurezza informatica, a tutela dei cittadini, delle istituzioni, delle infrastrutture critiche e delle imprese di interesse strategico nazionale», approvata all’unanimità e consegnata al Parlamento. E suggerisce al governo di «innalzare il livello di sicurezza», ma anche di «valutare l’ipotesi di escludere le aziende cinesi dalle attività di fornitura di tecnologia per le reti 5G».

Il Copasir ritiene «meritevoli di essere prese in considerazione» le preoccupazioni soprattutto Usa secondo le quali «l’espansionismo economico cinese sarebbe frutto di iniziative non solo delle aziende, ma di un disegno collettivo nazionale volto a conquistare il primato nel mondo occidentale nel settore high tech». Al pari della legislazione cinese che, in nome della sicurezza nazionale, obbliga le aziende a condividere le informazioni con i vertici militari. E quindi afferma che vanno poste in essere «tutte le misure di sicurezza preventiva che possano limitare i rischi della presenza di queste aziende nel nostro sistema», e considera «fondamentale l’attuazione delle misure contenute nel decreto che istituisce il Perimetro di sicurezza nazionale».

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