lunedì 2 gennaio 2017

Po. Progetto navigabilità

Po. Progetto navigabilità

Rendere il Po navigabile tutto l’anno, migliorando anche gli aspetti ambientali e contrastando il progressivo abbassamento dell’alveo. Questo attraverso la costruzione di tre traverse mobili e la risistemazione dei “pennelli”, piccoli moli artificiali in massi che indirizzano la corrente dell’alveo, per un costo di 1,8 miliardi.
È quanto proporrà oggi l’Aipo, l’agenzia interregionale che si occupa della gestione del grande fiume, nel corso del convegno pubblico Prospettive di sviluppo della rete navigabile del Nord Italia .
Obiettivo, rendere il fiume un vero e proprio corridoio fluviale europeo, mentre oggi per almeno due mesi estivi non è neppure navigabile per le secche.
Un impegno al quale la Ue tiene in modo particolare, avendo inserito il Po fra le reti infrastrutturali strategiche del trasporto, il cui potenziamento e sviluppo è indicato come prioritario.
Un sogno nato già nel secondo Dopoguerra, ma che solo oggi trova possibilità di concreta attuazione.
Basti pensare che l’impegno di spesa europea sul corridoio adriatico, del quale fa parte a pieno titolo il Po, è stato indicato in un miliardo e 300mila euro entro il 2030.
Prima di spendere questa cifra, però, l’Europa ha chiesto di sapere anticipatamente se e come rendere navigabile 365 giorni l’anno il Po e come collegare l’idrovia padana a Milano, cuore produttivo e industriale del Nord Italia.
Due obiettivi per il cui studio sono stati messi a disposizione 2 milioni di euro, finanziati per un milione dalla Ue, per 400mila euro dalla Regione Lombardia, per 500mila euro dalla Emilia Romagna e per 100mila euro da Aipo e Regione Veneto.
Lo scopo è di completare i precedenti studi sulla navigazione del fiume, che si polarizzavano fra due ipotesi: quella della regimazione, ovvero della costruzione di sbarramenti per regolare le acque così come avviene sui grandi fiumi europei, e quella della navigazione a corrente libera.
Nel primo caso si tratta di approfondire lo studio già redatto da Aipo nel 2009, in cui si prevedeva la costruzione di 4 sostegni tra Cremona e foce Mincio, con possibilità di previsione di un ulteriore sostegno fra le province di Ferrara e Rovigo.
Un progetto il cui costo oggi è stimato in 2,2 miliardi di euro più altri 550 milioni di opere ed oneri di compensazione.
Lo studio indica la necessità di costruire la quinta traversa, nel Ferrarese. Su ogni diga sarà costruita una centrale idroelettrica.
Negli ultimi dieci anni, però, l’abbassamento dell’alveo ha tolto forza a questo progetto poiché le centrali oggi possono produrre 550 GigaWattore l’anno invece dei mille previsti inizialmente.
In più, il costo di produzione dell’energia idroelettrica è cresciuto per la diminuzione degli incentivi statali.
La fattibilità economica, insomma, è da rivedere rispetto allo studio del 2009 che indirizzava verso un partenariato pubblico-privato.
I vantaggi delle dighe previste nel Cremonese (Motta Baluffi e Casalmaggiore), fra Viadana e Suzzara e fra Quingentole e Serravalle a Po, risiedono nel fatto che la navigazione sarebbe possibile 365 giorni l’anno, come chiesto dalla Ue, migliorando anche la morfologia del fiume, oggi sofferente per il continuo abbassamento dell’alveo che comporta problemi per il prelievo irriguo e per la stabilità delle stesse infrastrutture fluviali.
L’alternativa indagata è la sistemazione a corrente libera, senza traverse quindi, ma utilizzando il vecchio sistema dei pennelli oggi completato fra Cremona e foce Mincio.
In questo caso il costo stimato è di 616 milioni, che non avrebbero contropartita, però, di produzione energia e garantirebbero 340 giorni navigabili.
Fra le due alternative, Aipo sembrerebbe privilegiare, ma la eventuale conferma si avrà dalla conferenza di oggi, una soluzione intermedia creando tre traverse, le due nel Cremonese e quella a Quingentole, e procedendo nel frattempo con la creazione dei pennelli per indirizzare la corrente.
Finanziando lo studio sulla navigabilità, l'Europa ha voluto dare all'Italia un segnale politico preciso. Ora serve capire chi sarà in grado di cogliere questa opportunità.16 dicembre 2015 http://gazzettadimantova.gelocal.it/


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