lunedì 2 gennaio 2017

Ponte sullo stretto di Messina

Ponte sullo stretto di Messina
Nel 1981, il governo Forlani creò la Stretto di Messina SPA. Nel settembre di quell’anno il presidente della società, Oscar Andò, ex sindaco di Messina e padre del sindaco dell’epoca, fece un primo sopralluogo sul sito dove si ipotizzava la costruzione e dichiarò: «Il consiglio di amministrazione, visionando le sponde dello stretto, ha voluto dare la dimostrazione che il progetto del ponte sta per entrare nella nuova fase preparatoria all’inizio dei lavori per realizzare la grandiosa opera».
Non se ne fece niente. Non ci furono né cantieri né lavori e per i vent’anni successivi la società Stretto di Messina SPA continuò ad aggiornare i suoi progetti nel disinteresse dell’opinione pubblica. Come ha raccontato Leonardo Tondelli in un post sul suo blog, furono anni di importanti novità tecniche. L’idea di costruire un ponte a più campate venne definitivamente abbandonata. Lo stretto è così profondo, infatti, che è praticamente impossibile gettare nel mare i piloni di sostegno. Tra gli anni Ottanta e Novanta si decise che il ponte doveva essere costruito con un’unica campata, cioè senza sostegni nel mezzo. I progetti elaborati nel corso degli ultimi 20 anni immaginano una struttura unica al mondo: sul lato siciliano, vicino al paese di Ganzirri, dovrebbe sorgere sulla terraferma un pilone alto come la Tour Eiffel, 300 metri. All’altro capo dello stretto, un pilone identico dovrebbe fornire il secondo sostegno al ponte: un unico arco lungo tre chilometri. Come nota Tondelli, non sarebbe soltanto il ponte a campata unica più lungo del mondo, ma batterebbe il record attuale, detenuto da un ponte in Giappone con una campata di poco meno di due chilometri, del 42 per cento.
Dopo un decennio di oblio, il ponte tornò improvvisamente sulle prime pagine di tutti i giornali durante la campagna elettorale del 2001, quando Silvio Berlusconi promise che avrebbe ripreso i lavori e che avrebbe terminato il ponte entro il 2012.
Nel 2005 il consorzio Eurolink, composto tra gli altri dalla società Impregilo, vinse l’appalto per costruire il ponte e nel 2006 furono firmati gli ultimi accordi: il progetto era arrivato alla fase più avanzata della sua lunga storia.
In pochi però credevano che ci sarebbero stati altri passi in avanti e il ponte divenne rapidamente oggetto di innumerevoli sketch comici.
La ragione di questo scetticismo sono gli immensi ostacoli che la costruzione del ponte presenta ancora oggi, come le difficoltà tecniche, la sismicità della zona, i dubbi sulla sua utilità economica e i costi, stimati in più di sei miliardi di euro.
Il progetto fu fermato dal governo Prodi entrato in carica nel 2006, ci fu un tentativo di ripartenza nel 2008 con il nuovo governo Berlusconi, ma nel 2012 il governo Monti bloccò il progetto in una maniera che sembrò a molti definitiva. Nel 2013 la società Stretto di Messina SPA fu messa in liquidazione e da allora è gestita da un commissario.
Nessuno sa con esattezza quanto sono costati questi decenni di progettazioni, studi e false partenze. Nel 2009 la Corte dei Conti ha stimato che soltanto nel periodo 1982-2005 siano stati spesi quasi 130 milioni di euro. Altre stime portano il costo totale a circa 600 milioni di euro. È una cifra che potrebbe quasi raddoppiare se lo stato dovesse perdere la causa con Eurolink, la società che aveva vinto l’appalto per la costruzione del ponte e che oggi chiede 790 milioni di euro più interessi come risarcimento danni.
Il presidente del Consiglio Matteo Renzi è tornato a parlare del ponte sullo stretto di Messina, un’opera pubblica di cui si parla da decenni e che ciclicamente ritorna al centro del dibattito pubblico.
Renzi ha parlato del ponte durante l’evento per celebrare i 110 anni dell’impresa di costruzioni Salini-Impregilo.
La società Stretto di Messina SPA, creata nel 1981 per iniziare i lavori di progettazione e oggi in liquidazione, ha compiuto 35 anni.
Concretamente non si è fatto niente, perché costruire un ponte sullo stretto di Messina è molto difficile, anche per la tecnologia del 2016. ilpost.it/2016/09/28/
Salini-Impregilo è capogruppo di una cordata di aziende internazionali, Eurolink S.C.p.A., si era aggiudicata la gara internazionale per la realizzazione del Ponte già nel 2005. L'iter per la costruzione dell'infrastruttura ha subito poi numerosi stop.
L'ultimo, in ordine di tempo, è stato quello deciso dal governo Monti nel 2012, con tanto di stanziamento, pari a 300 milioni di euro, in caso di penali.
Lo scorso novembre Renzi aveva affermato: "Il Ponte sullo Stretto? Certo che si farà, il problema è capire quando. La priorità adesso sono quelle di risolvere le emergenze dell’acqua a Messina, dei depurati, finire l’autostrada A3 e la ferrovia".
Oggi arriva un nuovo rilancio del progetto che secondo il premier può portare alla creazione di 100mila posti di lavoro.
L'invito a fare presto è subito raccolto da Salini-Impregilo e messo in chiaro dal suo amministratore delegato, Pietro Salini: "Noi siamo sempre pronti, vanno riprese le discussioni con le Ferrovie e con l'Anas, che sono gli stakeholders del progetto, poi dovremmo preoccuparci di vedere la fattibilità finanziaria". Se si potesse iniziare "domani mattina", il Ponte potrebbe essere pronto in sei anni. I tempi, però, non dipendono dall'azienda”. huffingtonpost.it/2016/09/27.



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