Sanità. Nuova carta operatori sanitari
Il medico non è «un mero esecutore» delle richieste
di un paziente e conserva «il diritto e il dovere di sottrarsi a volontà
diverse dalla propria coscienza». Così, anche se l'eutanasia è richiesta «in
piena coscienza» dal soggetto interessato, «nessun operatore sanitario» può
farsi «tutore esecutivo di un diritto inesistente». Eventuali legalizzazioni
dell'eutanasia «cessano di essere una vera legge civile, moralmente obbligante
per la coscienza», suscitando invece «un grave e preciso obbligo di opporsi ad
esse mediante l'obiezione di coscienza».
Lo ribadisce la Nuova carta degli operatori
sanitari (LEV, 150 pp.) presentato oggi in Vaticano, ricordando che
«tutelare la dignità di morire» significa «rispettare il malato nella fase
terminale della vita», escludendo sia di «anticipare la morte» con l’eutanasia,
sia di «dilazionarla con il cosiddetto "accanimento terapeutico"».
La Carta è un vademecum rivolto non solo a medici,
infermieri e ausiliari, ma anche a biologi, farmacisti, amministratori,
legislatori in materia sanitaria che desiderano operare «in armonia con gli
insegnamenti di Cristo, e con il Magistero della Chiesa».
Il sussidio è strutturato in tre le sezioni dedicate
a "Generare", "Vivere", "Morire".
Diverse le novità che tengono conto della ricerca
scientifica e dei progressi per salute umana, come ad esempio il congelamento
del tessuto ovarico, ritenuto una «risposta eticamente sostenibile nel caso di
terapie oncologiche che possono alterare la fertilità della donna».
Viene poi ribadita la «gravità morale» dell’aborto e
stigmatizzata la diagnosi pre-impianto, «espressione di una mentalità
eugenetica» così come «le sperimentazione su minori e adulti incapaci a
decidere».
Riguardo alla problematica della nutrizione e
idratazione, la Carta ricorda che anche se «artificialmente somministrate» esse
«vanno considerate tra le cure di base dovute al morente, quando non risultino
troppo gravose o di alcun beneficio». La loro sospensione non giustificata può
avere il significato di un vero e proprio atto eutanasico, ma è obbligatoria,
nella misura in cui e fino a quando dimostra di raggiungere la sua finalità
propria, che consiste nel procurare l'idratazione e il nutrimento del
paziente». Avvenire.it.7.2.2017.
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