Falanga Ciro. Abusivismo edilizio
Nel 2013 viene eletto senatore della XVII legislatura della Repubblica Italiana nella
circoscrizione Campania per il Popolo della Libertà. Fu uno dei più duri oppositori alla
decadenza di Silvio Berlusconi da senatore.
Il 16 novembre 2013, con la sospensione delle attività
del Popolo della Libertà, aderisce a Forza Italia.
Dopo aver aderito a Forza
Campania di Nicola
Cosentino, nel febbraio seguente, con alcuni esponenti di questo
gruppo e di Grandi Autonomie e Libertà, va a sostenere il
nuovo governo di Matteo
Renzi.
In occasione delle Elezioni
Regionali in Campania del 2015 decide
di sostenere il presidente uscente Stefano Caldoro (FI).
Fa parte della corrente fittiana, corrente
destra del partito che chiede una opposizione dura e senza sconti al Governo Renzi che
il 30 maggio 2015 abbandona Forza Italia per aderire al nuovo gruppo Conservatori e Riformisti di Raffaele Fitto.
Tuttavia, il 29 luglio seguente
abbandona, insieme alla collega Eva Longo, il
gruppo Conservatori e Riformisti (CRI) per passare con la corrente verdiniana,
corrente di sinistra di Forza Italia che chiede al contrario una alleanza con
il PD di Renzi aderendo ad Alleanza Liberalpopolare-Autonomie (ALA)
dell'ex coordinatore di FI e PdL Denis Verdini per
sostenere pienamente la maggioranza e le riforme di Matteo Renzi.Wikipedia
Un provvedimento “di una
gravità inaudita”, che “legalizza in modo permanente l’abusivismo con
una portata peggiore del condono edilizio dal punto di vista dei suoi
effetti futuri”. E’ il giudizio dei Verdi sul disegno di legge che
fissa i “criteri per l’esecuzione di procedure di demolizione di
manufatti abusivi”, che il 18 maggio arriverà in aula al Senato. Il
coordinatore nazionale Angelo Bonelli e il responsabile
territorio e paesaggio Sauro Turroni lanceranno il 16 maggio un
appello al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al
presidente del Senato Pietro Grasso perché la legge, che
ritengono presenti “vari profili di incostituzionalità“, sia fermata e non
venga promulgata.
Secondo i Verdi il ddl, primo
firmatario l’ex senatore di Forza Italia passato ad Ala Ciro
Falanga, “produrrà effetti di continue violazioni di legge” perché “introduce
l’abusivismo di necessità e le case abitate non saranno abbattute perché
collocate per ultime nell’ordine di priorità anche se si trovano in zone vincolate dal
punto di vista ambientale e idrogeologico“.
In testa alla lista delle
priorità degli abusi da demolire ci sono gli immobili di rilevante impatto ambientale
o costruiti su area demaniale o in zona soggetta a vincolo ambientale e
paesaggistico o a vincolo sismico o a vincolo idrogeologico o a vincolo
archeologico o storico-artistico, quelli che costituiscono un pericolo per
la pubblica e privata incolumità e quelli sottratti alla mafia perché
nella disponibilità di soggetti condannati per reati di associazione mafiosa o
di soggetti colpiti da misure di prevenzione. Tuttavia all’interno
di ognuna di queste categorie sono stabiliti ulteriori gradi di
priorità. Gli edifici saranno demoliti secondo questo ordine:
prima quelli in corso di
costruzione o non ultimati alla data della sentenza di condanna di primo
grado, poi quelli non stabilmente abitati e infine
quelli abitati.
Per ciascuna delle 3 sopra dette
categorie i Procuratori della Repubblica detteranno i criteri di priorità
che dovranno tenere conto delle specificità del territorio di competenza,
attribuendo la priorità, di regola, agli immobili in corso di costruzione o
comunque non ultimati alla data della sentenza di condanna di primo
grado e agli immobili non stabilmente abitati.
Infine, per gli abbattimenti
vengono stanziati 10 milioni di euro l’anno, a fronte di un costo di circa
80mila euro a demolizione.
“Le demolizioni con questa futura
legge saranno fermate per due ordini di motivi”, si legge nell’appello. “Perché
la cifra stanziata per le demolizioni è sufficiente per eseguirne 130-140
all’anno e perché buona parte delle case sono abitate e quindi saranno in
coda alle priorità stabilite dalla legge e perciò mai demolite. Ma
l’aspetto più grave della legge è che la sua applicazione non ha limiti di
tempo a differenza dei condoni. Questo significa che tra tre mesi, un
anno o due chiunque potrà edificare una villa sulla costa, in una vallata o
in qualunque altro luogo avendo i requisiti di necessità. Questo significa che
il parlamento della Repubblica Italiana si accinge a legalizzare in modo
perenne l’abusivismo edilizio, che anzi dalla norma riceverà ulteriori
stimoli. E la norma potrà diventare uno strumento formidabile anche in mano
alla criminalità che con prestanome, che corrispondano a criteri
di necessità previsti della legge, potrà realizzare case abusive in spregio
alla legge”.
Invece, dunque, di “approvare
norme più stringenti per demolire sul nascere l’abuso e per commissariare quei
comuni, anche con lo scioglimento dei consigli comunali, che non sono
rigorosi o nell’adottare strumenti urbanistici o nell’eseguire le
demolizioni, si è scelta una strada assurda come quella di fermare le ruspe
dietro l’alibi delle priorità e dell’inesistente abuso di necessità. Non è un
caso che nei resoconti stenografici i senatori Falanga e Palma parlino
esplicitamente di fermare le demolizioni a partire dalla Campania.
Sia il Presidente della regione
Campania De Luca che della Sicilia Crocetta attendono con
ansia questa legge dopo aver approvato in giunta provvedimenti blocca ruspe”.
In Campania le case abusive sono 70mila, in Sicilia ne sono state costruite
2.438 nel 2015 e 1.749 nel 2016. ilfattoquotidiano.it/2017/05/15/
Egregio direttore
può segnalarmi qualcuno che faccia
una battaglia contro l'aumento del debito pubblico per la sua riduzione e per
dare lavoro ai giovani italiani
Purtroppo sembra impossibile fare
una riduzione sul debito perché la battaglia politica si gioca a chi promette
di più e spende di più. Stiamo correndo verso la bancarotta?
Saluti
Cesare Fedeli
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