La Balila
Unico
segno di lusso della famiglia era una Balila nera.
Per
Venezia possedere una automobile era un gran lusso soprattutto se non la si usava
per lavoro - ma di certo non si navigava nell’oro. La macchina era usata
qualche volta la domenica.
Era
sempre una gran festa andare in giro con la Balila.
Uscire
dall’isola attraversando il Ponte della Libertà era sempre una emozione per
Nicheto.
Il
Ponte correva parallelo a quello della ferrovia cui era raccordato da una
banchina.
Nicheto
si divertiva ad immaginare fantasiose gare con i vari treni.
“Dai
accelera che lo ciapemo quel treno!” diceva entusiasta cercando di convincere Giani
a vincere la gara di velocità.
“Varda
la laguna e andemo pian se no i ne da na multa.” Rispondeva Giani sorridendo.
Uscire
da Venezia era come abbandonare il passato, la dolcezza dei tuoi ricordi per
tuffarsi in un futuro più brutto fatto di fabbriche e di uomini vestiti tutti
uguali in tuta azzurrognola da lavoro.
Era
questo il progresso che però spazzava via la fadiga dei contadini della terra
ferma che erano allora ricompensati dal lavoro dei campi solo con qualche fetta
di polenta.
Gli
stabilimenti con i loro colori tendenti al grigio intristivano l’ambiente e rendevano meno
invitante lasciare la Repubblica del Leone.
Giani
amava andare a passeggio in macchina per la campagna veneta a fare merenda
nelle osterie.
Durante
la guerra era stato camionista.
Guidare
per lui non era un problema.
Gli
automobilisti veneti erano sempre pronti a prendere in giro i veneziani per la
loro scarsa attitudine alla guida dovuta la fatto che difficilmente usavano la
macchina per lavoro.
Lo
stile di guida di Giani era sicuro ed impediva commenti scherzosi.
Di
solito lo scopo della gita era la ricerca delle osterie che servivano sopressa
o baccalà fritto accompagnati da un buon bicchiere di clinton.
La
sua metà preferita era da “Sporco” a Treviso.
La
Balila correva veloce nel verde del Terraglio, la strada che porta da Venezia a
Treviso, in mezzo a due file ininterrotte di alberi.
Era
bello respirare un po’ di profumo di erba e magari fermarsi in qualche posto in
campagna a vedere, in primavera, i campi che iniziano a germogliare.
Mangiando e bevendo era facile per Giani socializzazione con gli altri
clienti del locale che avevano voglia di parteciparti i loro racconti o le loro
barzellette per passare in compagnia le ore di festa.
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