Tagliare le emissioni dei gas
serra.
A presentare al mondo con il 95%
dell’attendibilità quattro scenari (RCP2.6, 4.5, 6.0, 8.5) sull’aumento delle
temperature medie che attendono l’umanità entro il 2100 in rapporto al suo
impegno per la decarbonizzazione, è stato nel 2013 l’AR5 dell’IPCC, organismo
che risponde all’ONU, con il suo V Rapporto di Valutazione. Scenari
sicuramente inquietanti da cui risulta impossibile invertire il processo
dell’aumento delle temperature, né bloccarlo. Ciò che si potrà fare, e
urgentemente, è solo rallentarlo. Se la concentrazione della CO2 in atmosfera
arrivasse a oltre le 450 ppm (la sua emivita è tra 100 e i 150 anni e nel marzo
scorso aveva già raggiunto le 410 ppm) il processo di riscaldamento, sempre se
nulla verrà fatto, diverrebbe incontrollabile ed il futuro per l’umanità, con
un più 5°/6° C, sarebbe seriamente messo a rischio in tempi ristrettissimi,
addirittura entro la fine di questo secolo.
Ma futuro a rischio per l’umanità
significa rischio per la biosfera per la rottura dell’equilibrio che consentiva
le condizioni, di cui la temperatura dell’habitat è uno dei fattori più
importanti, che consentono la Vita. In altre parole, siamo alla transizione
biotica, meglio nota come estinzione di massa, la sesta della storia del
pianeta. Un estinzione però molto diversa nei tempi da quelle precedenti:
infatti quelli che sono stati necessari per le altre cinque, sono stati
dell’ordine di decine di migliaia di anni, mentre quelli di cui ora si sta
parlando, risultano dallo studio che ne hanno fatto ricercatori della “National
Autonomous University of Mexico”, “Stanford”, “Berkeley”, “Princeton” e della
“University of Florida”: anche facendo stime prudenti, il tasso di
estinzione degli ultimi 115 anni è 50 volte più alto di quello che dovrebbe
essere. benitofiori666@gmail.com.
L'ottimista. Quando l'uomo avrà meno problemi immediati e ci penserà forse riuscirà ancora a salvarsi?
Nessun commento:
Posta un commento