L’ennesimo schiaffo di Matteo Renzi
che, per il collegio uninominale di Sassuolo lasciato libero a sorpresa da
Gianni Cuperlo «a vantaggio – sperava lui – di un candidato locale», ha scelto
invece in extremis il ministro Claudio De Vincenti,
è stato preso come un vero e proprio (ulteriore) affronto.
Aver schierato l’ex di Forza
Italia Beatrice Lorenzin e il reggiano Andrea Rossi (fedelissimo del governatore
Bonaccini) nel collegio di Modena facendo fuori la presidente del consiglio
comunale Francesca Maletti stravotata dai circoli e
blindata dallo stesso sindaco Gian Carlo Muzzarelli, era già «inconcepibile»,
così come l’aver ridotto la squadra geminiana a soli tre nomi (Matteo Richetti, Edoardo Patriarca e Stefano Vaccari),
ma davanti all’ultimo ‘blitz De Vincenti’ messo a segno dopo una notte di
telefonate al vetriolo e pressioni, la rabbia è esplosa.
Rabbia che il segretario modenese Davide Fava, facendo uno sforzo
estremo di diplomazia, ha espresso così: «La responsabilità che si assume
Matteo Renzi con le liste annunciate è senza dubbio gravosa». «Il
nostro percorso – ha aggiunto – è stato impeccabile: ha coinvolto tutti i
livelli del partito a partire dai circoli. Però il risultato non consente al
territorio modenese di esprimere appieno le sue valenze. In campagna elettorale
faremo la nostra parte, ma raccomandiamo un’attenzione a chi vorrà raccogliere
i nostri voti: noi non ci accontentiamo di essere spettatori, chi ci rappresenta
deve prima imparare a guardarci negli occhi». il restodel carlino.
voto 8
Il territorio non sempre può essere favorito. La logica della legge elettorale è quella di imporre i candidati voluti dal segretario del partito
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