Giulia Bongiorno alla Pubblica amministrazione,
è titolare di un proprio studio legale con sedi a Roma
e Milano, che si occupa prevalentemente di diritto penale dell'economia
e di reati contro la pubblica amministrazione, i cosiddetti white collar
crimes o crimini dei «colletti bianchi».I]
Particolare risonanza sui media ebbe il processo per
mafia contro Giulio Andreotti, nel quale Giulia Bongiorno, allora
giovane avvocatessa di 27 anni, assunse la difesa del leader democristiano .
Il procedimento di Palermo, dopo l'assoluzione in primo grado, la Corte
d'Appello accertò la responsabilità di Andreotti per i fatti precedenti
al 1980, pur dichiarandoli prescritti, e confermò l'assoluzione per
quelli successivi. Nel 2004 la Cassazione confermò la sentenza di appello
precisando che: “i giudici dei due gradi di merito sono pervenuti a soluzioni
diverse; non rientra tra i compiti della Corte di Cassazione, come già
reiteratamente precisato, operare una scelta tra le stesse perché tale
valutazione richiede l’espletamento di attività non consentite in sede di
legittimità; in presenza dell’intervenuta prescrizione, poi, questa Corte ha
dovuto limitare le sue valutazioni a verificare se le prove acquisite presentino
una evidenza tale da conclamare la manifesta illogicità della motivazione della
sentenza in ordine all’insussistenza del fatto o all’estraneità allo stesso da
parte dell’imputato”. Il procedimento di Perugia si concluse con piena
assoluzione. La particolare rilevanza di tale processo conferì a Giulia
Bongiorno grande notorietà.
Ha difeso nel 2002 a Perugia, Pierfrancesco Pacini
Battaglia, noto alle cronache di Tangentopoli come «il banchiere un gradino
sotto Dio», assolto «perché il fatto non sussiste» dall'accusa di corruzione.
In seguito, ha assistito Clementina Forleo, magistrato
di Milano, coinvolta sia nella querelle riguardante le pressioni
subite da alcuni politici durante le indagini sulle scalate bancarie.
Nel 2010, ha assunto la difesa in appello dei
manager Google, dopo che il Tribunale di Milano li aveva condannati
ritenendoli responsabili del reato di illecito trattamento dei dati personali
e, in particolare, per aver permesso che un video diffamatorio fosse caricato
sulla piattaforma Google Video. I tre manager sono stati assolti dalla Prima
Sezione della Corte di Appello di Milano perché il fatto non sussiste.
Nel processo Ruby-ter, ha difeso Niccolò Ghedini;
in quella occasione ha ottenuto l'archiviazione del procedimento per il proprio
assistito.
Alle elezioni politiche del 2006 viene eletta
alla Camera dei Deputati, nella circoscrizione Lazio 1, nella lista
di Alleanza Nazionale. È stata membro della Commissione Giustizia e
del Consiglio di Giurisdizione.
Alle elezioni politiche del 2008 viene riconfermata
alla Camera dei Deputati tra le fila del Popolo della Libertà.
Il 18 gennaio 2018 viene annunciata la sua candidatura al
senato alle elezioni politiche con la Lega come
indipendente. È stata capolista della Lega in Piemonte, Lombardia, Liguria,
Lazio e Sicilia: eletta in tutte e cinque le circoscrizioni, ottiene il seggio
nella circoscrizione Sicilia occidentale.
LA bufala
sa fare bene la politica oltre che la professione forense.
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